Resilienza e pandemia. Una riflessione ex post su COVID19 – I puntata

Volentieri riceviamo e pubblichiamo queste riflessioni di Sandra Vaudagna esperta in coaching, sviluppo risorse umane, consulenza e formazione aziendale

Come coach sono abituata a supportare i miei Clienti nell’affrontare momenti di cambiamento per superare piccole o grandi sfide. Con il coaching dò loro modo di riconoscere le loro resistenze, di valorizzare le loro risorse e potenzialità, di individuare e sperimentare altre strade.

In questo tipo di lavoro ci si confronta anche con l’universo delle emozioni, che sono un po’ la nostra bussola interiore, ciò che ci guida o ci frena, il più delle volte inconsapevolmente.

Ecco perché è così importante imparare a riconoscerle, dare loro un nome, identificare cosa le ha provocate e quali siano stati i loro effetti sui nostri comportamenti e sui risultati ottenuti. Questo ci permette di non esserne “preda”, di non subirle passivamente ma di indirizzarle e focalizzarle, consapevolmente, verso un obiettivo importante per noi.

Il periodo di pandemia che stiamo affrontando ha cambiato le nostre abitudini senza darci alcuna possibilità di adattamento, ci ha investito come uno Tsunami mettendoci improvvisamente di fronte a dei limiti che per noi erano impensabili, come la libertà di decidere individualmente cosa è meglio per noi, amplificando emozioni su cui pensavamo di avere il controllo, come paure, ansie, fragilità, senso di precarietà e di incertezza del futuro.

Ha messo in discussione tutto il nostro mondo.

COVID- 19 è però anche una grande opportunità. Condivido con piacere un articolo pubblicato su ICF Global https://coachfederation.org/blog/coaching-in-times-of-crisis, scritto come risorsa per noi coach per supportarci in questo difficile momento, ma che personalmente ritengo  utile per chiunque si trovi ad affrontare una crisi.

Quello descritto è un mindset funzionale allo sviluppo della Resilienza, quella “capacità dell’individuo di resistere agli urti della vita senza spezzarsi o incrinarsi, mantenendo e potenziando le proprie risorse sul piano personale e sociale.”

Ultimamente la parola “Resilienza” è stata utilizzata in tantissimi ambiti e situazioni. Anzi, molto spesso è stata da molti di noi snobbata, allontanata, proprio perché troppo utilizzata.

Mai come ora però, il termine Resilienza, ha davvero riacquistato un significato universale e non solo riconducibile, in modo teorico, a situazioni estreme lontane da molti di noi.

Il coronavirus sta offrendo ad ognuno di noi la possibilità di entrare in contatto con le proprie fragilità.

Questa è paradossalmente una grande leva, perché è l’unico vero modo che ci può portare ad un reale cambiamento. Entrare in contatto con la nostra fragilità è ciò che ci permette di voler cambiare, di modificare i nostri comportamenti per incidere sulla nostra realtà.

Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno ci ha dato l’opportunità di sviluppare la nostra Resilienza.

Questo termine fino ad oggi per molti di noi solo un concetto Marketing, adesso prende consistenza, assume una forma, diventa un’esperienza reale.

E stimola a domandarci come possiamo “guardare” a questa esperienza dirompente come una palestra, per allenare la nostra Resilienza.

Come primo step di “allenamento” vi propongo di prendervi un piccolo spazio di riflessione, rispondendo a queste domande:
Cosa ho imparato da questa esperienza?
Cosa mi suggerisce di cambiare?

Se vuoi, puoi condividi le tue riflessioni qui

Alla prossima!

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